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Libri di donne
di M. Barbara (pinkblog.it)

Leggendo Il resto del giorno di Laura Lauzzana, edito da Aliberti, mi sono resa conto di quanto poco conosco delle scrittrici italiane. Insomma, siamo sempre lì a celebrare scrittrici di oltre oceano come la Weiner o oltre Manica come la Kinsella e non ci guardiamo mai intorno.

Questo romanzo, ve lo dico subito, è stato una sorpresa. Solitamente mi piacciono le storie che leggo, ma trovo poco rifinita la forma o la struttura narrativa. In questo caso l’uso del linguaggio è curato e di livello superiore alla media. Certo, non siamo di fronte a un classico da chick lit e quindi le parole, le espressioni, devono naturalmente prendere un’altra piega.

Si tratta infatti di un romanzo di formazione. Leggendolo assistiamo alla crescita di Mara, allo sguardo che sposta sulle persone e sugli avvenimenti, all’idea che se ne fa e che trae di se stessa, fino al superamento di un orizzonte ereditato dalla famiglia a favore di uno proprio.

Molte di noi, diciamo di noi sugli ‘anta o che gli ‘anta abbiamo superato, si ritroveranno nella protagonista. Altre meno, specie se nate in grosse città, magari del centro sud. Laura Lauzzana mi sembra che porti, infatti, nel suo romanzo, tutto il proprio sentire di donna del Friuli che ha però visto il mondo. Non conosco la scrittrice, quindi potrei anche sbagliarmi su di lei, ma ho conosciuto diversi friulani. Il loro modo di raccontare, di essere antichi e moderni, chiusi e forti, testardi e affascinanti lo ritrovo anche qui.

A volte, nella scrittura molto curata della Lauzzana, mi sembra anche di percepire una forte tensione. E’ come se volesse raccontare qualcosa di molto intimo e volesse contemporaneamente prenderne le distanze. Avrebbe potuto scrivere tutto il romanzo in prima persona per quanto sembra coinvolta dalla storia che ci presenta. Non credo che Mara sia lei, eppure è parte di lei e questa tensione fra narratore e personaggio mi ha trascinata di pagina in pagina.

Sono molto molto curiosa di leggere il prossimo romanzo di questa scrittrice, quello in cui, ne sono sicura, oserà di più. Posso anche dire, con un certo orgoglio tutto italiano, che spesso le nostre scrittrici, magari anche quelle alle prime armi, anche quelle che scrivono di chick lit, sono un passo avanti rispetto a chi vende milioni di copie in tutto il mondo.

Il perché non vengano valorizzate andrebbe chiesto in parte a chi lavora nel mercato dell’editoria ma anche, in parte, a noi lettrici: perché ci viene più facile comprare un testo di madre lingua inglese che non italiano?

La citazione: Si ritirava in quel deserto di voci umane, che era la distesa di sabbia e la riva del mare. In autunno rimanevano, a un certo punto dello smantellamento balneare, solo gli ombrelloni. Così, in controluce, in fila, incappucciati e spogli di tutto il resto, erano come soldati in uniforme, disposti in ranghi a rendere omaggio all’ultimo sole convincente, e prendere così congedo.

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